CIGALA’S

UN MONDO
DI JEANS

Vanno oltre le generazioni...

…annullano ruoli e classi sociali, sfidano le mode, amano il pianeta: i cari, vecchi jeans, nati come divisa da lavoro e diventati indispensabile capo di culto, continuano a scrivere pagine importanti della loro (e della nostra!) storia, pronti a sorprenderci e ad accompagnare ogni momento della nostra vita.

La sua storia è intrigante e piena di fascino.

Che lo si voglia chiamare blue jeans (sostenendo la paternità ligure di questo tessuto misto lino e cotone, resistente, indossato dai marinai del porto di Genova nel 1800) o denim (accreditando invece come ideatori della tela indaco i cugini francesi della città di Nȋmes), resta il fatto che si tratta di un tessuto antichissimo che ne ha vissute di tutti i colori, che ha vestito mozzi e cercatori d’oro e che poi ha smesso i panni da lavoro per entrare nella leggenda, vestendo rockstar, dive e teste coronate, sfidando prima il buio delle miniere e poi le luci della ribalta di passerelle d’alta moda e red carpet. E, dopo secoli, ancora oggi è il tessuto preferito da tanti brand, che lo usano per sperimentare, lanciare messaggi, rivoluzionare i guardaroba e, non ultimo, prendersi cura del pianeta. Dalle miniere ai nostri guardaroba il passo non è stato breve, ma anche per questo i jeans sono custodi di una storia potente, che va di pari passo con quella della nostra società e che merita sempre di essere raccontata e conosciuta. Pronta a partire?

Le origini dei jeans? Italiane!

In questo viaggio, il primo sbarco avviene a Genova: siamo nel XVI secolo e ci troviamo al porto antico, dove una tela di fustagno di colore blu proveniente da Chieri (in provincia di Torino) viene usata per confezionare i sacchi per le vele delle navi e coprire le merci nel porto perché resistente, duratura e facilmente lavabile. Si pensa che il termine inglese blue jeans derivi da blue de Gênes, ovvero blu di Genova in francese. Secondo altre versioni i pratici calzoni da lavoro erano cuciti con tela di Nîmes (da cui denim) di color indaco ed erano indossati dai marinai genovesi. In ogni caso sembra fuori discussione il fatto che la trasformazione da semplici pezzi di tela a indumento avviene proprio nella città di Genova. Da qui, inizia l’esportazione di questo materiale verso l’America, dove nell’800 viene utilizzato per creare abiti da lavoro per i minatori. 

Strauss e Davis, i padri del jeans tra affari e leggenda

Il 14 marzo 1853 Morris Levi Strauss, un mercante bavarese (fallito) arriva in California – attratto dalla febbre dell’oro – per aprire un commercio di tessuti. Leggenda vuole che Levi Strauss avesse venduto quasi tutta la sua mercanzia prima di sbarcare a terra e gli fossero rimasti solo dei teli da tenda. Così, quando, uno dei “prospectors” (cioè dei cercatori d’oro) gli chiese di vendergli dei pantaloni, il commerciante poté farglieli fabbricare solo con quel telo da tenda che gli era rimasto (che era di colore cachi e non blu!). 

I jeans li ha voluti una donna...

Ma i jeans veri e propri non sono una sua invenzione: li crea Jacob Davis, un sarto lettone trapiantato in Nevada. E li realizza su richiesta… di una donna! Proprio così: è la moglie di un taglialegna, nel 1871, a commissionare al sarto dei pantaloni che fossero ultra resistenti, comodi e pratici. Davis ha l’idea di rinforzare con rivetti di rame (non erano certo nickel free come quelli usati da Cigala’s…) tasche, cuciture e punti soggetti a maggior usura di un modello in denim. Il risultato è un capo indistruttibile. La voce si sparge e il sarto comincia a ricevere valanghe di ordini: non potendo farcela da solo, si rivolge proprio al suo fornitore di tessuti, Levi Strauss, che mette subito a disposizione i 68 dollari necessari per la pratica di registrazione del brevetto. I jeans rivettati sono brevettati il 20 maggio 1873 con il nome di waist overalls, avendo la funzione di coprire il vestiario abituale durante il lavoro e proteggerlo dallo sporco. Fino alla Seconda Guerra Mondiale il jeans rimane un abito da lavoro, usato dai ricercatori d’oro e dai minatori, dai cowboy, dagli operai e dai contadini, dai meccanici e dai muratori, per poi diventare, nel dopoguerra, un indumento da tempo libero.

Le coraggiose (e stilose) pioniere del denim

Nel 1935 viene lanciato il primo jeans da donna. Nel 1937 appare per la prima volta sulle pagine di Vogue, entrando così nella storia della moda e, non senza qualche fatica, nella vita quotidiana delle donne. La Seconda Guerra Mondiale crea negli Stati Uniti un’eroina in denim: “Rosie the Riveter” (Rosie la Rivettatrice), che diventa l’icona nazionale di sei milioni di donne americane che hanno dovuto sostituire nelle fabbriche di aerei, carri e cannoni gli uomini andati in guerra. L’immagine del poster We Can Do It! in cui è raffigurata fa parte della propaganda americana (realizzata dall’artista J. Howard Miller) per sostenere il morale e incoraggiare le scelte patriottiche. Rosie the Riveter è simbolo del femminismo e del potere economico delle donne. 

Marilyn Monroe in "Clash by Night" (1952)

L'esplosiva Marilyn Monroe

Nel 1952 una rivoluzionaria Marilyn indossa i jeans da lavoro maschili...

Ad aumentare la popolarità dei jeans come capo perfetto anche per le donne ci pensa l’esplosiva Marilyn Monroe, che indossandoli nel film “Clash by Night” del 1952 (straight-cut con risvolti sul fondo e vita alta) manda un chiaro messaggio rivoluzionario: le donne si stanno finalmente appropriando di un indumento originariamente destinato al lavoro maschile, ma che sulle curve femminili si carica di diversi significati (vedi alla voce: potere, ribellione, indipendenza, forza…). 

Dagli ultra skinny
degli anni ’60
ai Bell Bottom dei ’70

Questo concetto si rafforza nel ventennio 1960-1970 in cui i jeans diventano simbolo dell’antimoda, di libertà e uguaglianza sociale, la divisa del mondo giovanile, degli studenti universitari, degli hippie e di chiunque prendesse parte alla rivoluzione culturale in atto. I più famosi? Negli anni ’60 vanno gli ultra skinny: la moda flesh squeezing (letteralmente: strizza-carne) li vuole attillatissimi, esibizionisti, difficili e spesso dolorosi da indossare. Nei ’70 furoreggiano i modelli a zampa d’elefante, i Bell Bottom: la maggior parte di noi è convinta che siano un’invenzione dei Figli dei fiori, ma la loro storia arriva da più lontano. I pantaloni svasati sul fondo fanno la loro prima apparizione pubblica nel XIX secolo, quando alcuni marinai in servizio nella Marina degli Stati Uniti iniziano a indossarli: si possono arrotolare facilmente per lavorare a piedi nudi e, in caso di caduta accidentale in mare, si possono sfilare rapidamente in acqua senza dover togliere le scarpe. Dalle navi ai mercatini delle pulci dove li scovano i ribelli dei movimenti giovanili il passo è breve ma cruciale. 

E poi le luci della ribalta...

-

E poi, le luci della ribalta: Sonny & Cher, le Charlie’s Angels, ogni star che si definisce tale in quegli anni indossa pantaloni e jeans a zampa… Da qualche stagione sono tornati alla ribalta: se cerchi i Bell Bottom per te, affidati a Cigala’s a occhi chiusi: esperti conoscitori e amanti del denim, li riproponiamo in chiave contemporanea senza cadere nel nostalgico. I nostri Bell Bottom sono dotati di un fit perfetto, studiati nei tagli, nella vestibilità e nella mano del tessuto affinché possano vestire al meglio ogni silhouette, hanno un’ampiezza della svasatura accennata quanto basta, il punto vita non troppo alto né troppo basso, l’azzurro non troppo chiaro né troppo scuro e dettagli discreti ma impeccabili. Insomma: li abbiamo concepiti perché donino a tutte.

Dalle Charlie's Angels al Bell Bottom...

Gli anni ’80
e l’importanza dell’etichetta

Negli anni ’80, creativi e spregiudicati, i jeans si riempiono di strappi, toppe, decori. Ma i favolosi Eighties sono anche l’epoca degli yuppie, che trasformano i jeans in uno status symbol: da allora l’etichetta (da sempre in cuoio e cucita sul dietro) diventa elemento caratteristico fondamentale, che racconta del gusto di chi quei jeans li indossa, della capacità di osservare i dettagli, di farsi catturare da particolari unici. Vogliamo parlare delle etichette di Cigala’s? Sono in ecofeltro PET, perché ci preoccupiamo di vestire al meglio tutte le fisicità ma anche di generare benessere, escludendo dal ciclo produttivo ogni procedura inquinante e puntando su una lavorazione esclusivamente Made in Italy.

Gli Anni ’90,
tra vita alta e vintage style

Anche gli anni ’90 hanno lasciato un segno nella moda e tra i modelli in denim che possiamo considerare iconici non potevano mancare i Mom jeans. Ispirati ai pantaloni premaman sono diventati il modello più amato perché danno un senso di comodità al primo sguardo. A vita alta, con gamba affusolata mai eccessivamente stretta, sta bene davvero a tutti! Proprio come i Carrot di Cigala’s, un classico maschile reso squisitamente femminile grazie alla scelta di alzare la vita e dare così maggiore slancio alla silhouette. La forma affusolata della gamba, che si stringe lievemente alla caviglia, conferisce un fit decisamente easy e confortevole.

O come i Girlfriend, versione slim dei jeans boyfriend, caratterizzati dalla vita media e dal classico taglio dritto, più stretti sulle caviglie. Negli anni ’90 vanno di moda anche le versioni vintage, con le aziende che fanno a gara per inventare nuovi metodi per ammorbidire, invecchiare, scolorire, sdrucire. Più un jeans appare usato e vissuto, più acquista valore estetico.

Cigala’s ti offre la possibilità di scegliere il tuo jeans ad effetto invecchiato da 1 a 9 anni

La vita bassa degli anni 2000... e del 2023!

Skinny

Bell Bottom

Negli anni 2000 la vita dei Mom Jeans si abbassa vertiginosamente, trainata dai look di giovani pop star come Britney Spears e Christina Aguilera e le gambe si assottigliano con i modelli skinny, da portare con magliettine cropped ridotte ai minimi termini oppure, perché no, anche con la rigorosa giacca del tailleur per andare in ufficio. 

Bell Bottom

Sappi che, dalle passerelle ai guardaroba di celeb e socialite, la vita bassa, che trovi ad esempio nei Bell Bottom Rio di Cigala’s, sta tornando di moda. Preoccupata? Non esserlo! Anzi, tieniti pronta a osare, perché i Cigala’s contengono una piccola ma fondamentale percentuale di elastan, hanno la vita leggermente più bassa davanti e la gamba dritta, che fascia la coscia senza però comprimere il polpaccio.

In più, sono facilissimi da infilare e comodissimi da indossare. Nel corso di oltre 25 anni di studi sulle forme femminili, Cigala’s ha saputo sviluppare un criterio unico e originale per fare in modo che tutte le donne possano trovare il proprio personale “perfect fit”, proponendo modelli di jeans adatti a ogni fisicità e capaci di valorizzare ogni silhouette.  Non è più tempo di soffrire per esprimere il proprio stile e la propria personalità! Ma se proprio gli skinny non fanno per te, corri in una delle 300 boutique italiane (non lo sai? I Cigala’s non sono venduti online: vanno provati, toccati, scelti!) e opta per i Wide leg, i Palazzo jeans, i Relaxed Fit Chino con gamba larga e un’allure ultra chic (e ben 23 suggestive varianti colore). 

SCOPRI dove trovare i nostri JEANS

Trova lo Store più
vicino a te

Stay tuned... leggi il nostro blogazine!

Add to cart